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Seconda parte

 

...”Trentasette non è Febbre! Vai pure a scuola figlio mio!”

Con queste parole mia mamma vanificava i miei maldestri tentativi di saltare la scuola quando si accorgeva che avevo artificialmente riscaldato il termometro.

Così, osservando il tasso di rendimento del titolo decennale italiano, anche oggi 12 agosto in piena crisi di governo ( l’ennesima ) registriamo un 1,81%.
Solo a novembre 2018 il rendimento era superiore al 3%. Nessuno si allarmo’ allora.

Certo, rispetto al rendimento del primo della classe, il Bund tedesco oggi al -0,56% ( meno ), la differenza è salita al 2,37%: Spread 237!!
C’è quindi da allarmarsi oggi? La mia risposta è: “PER IL MOMENTO NO!”

I mercati negli ultimi anni hanno imparato a convivere con le incertezze politiche italiane: ad ogni crisi le reazioni sono state sempre meno disordinate, anche grazie agli interventi della Banca Centrale Europea ( BCE ) iniziati nel 2012.

D’altra parte l’Italia convive con un Debito Pubblico elevato ( 2350 miliardi di euro ) che richiede il pagamento di elevati interessi ( 77 miliardi annui ) oltre alla necessità di raccogliere sempre capitali sul mercato in occasione dei rinnovi dei titoli in scadenza ( oltre 200 miliardi ogni anno; Fonte: Ministero Economia e Finanze ).

E’ tuttavia vero che i cittadini italiani, le famiglie e le imprese, detengono una ricchezza privata di circa 9000 miliardi di euro. Di questi circa 5000 miliardi sono rappresentati da beni immobili ( le nostre case ) ed i restanti 4000 miliardi non sono altro che gli investimenti finanziari e la liquidità presente sui conti correnti presso il sistema bancario.

Di questa situazione “patrimoniale” italiana, i mercati internazionali sono ben consapevoli.

Gli investitori sanno che in un eventuale momento di difficoltà dello Stato Italiano non sarebbe poi così remota la possibilità di una tassa straordinaria a carico dei cittadini per fare fronte al rimborso del debito.

Al di là di scenari “estremi“ ancora molto lontani, osservando la situazione attuale, il rendimento dell’1,81% risulta sostenibile per il debito italiano……

1,81% non è febbre.....
Facciamo in modo che non salga, pero’!!

 

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